Un anno di Ricor-dare

Riportiamo integralmente un articolo pubblicato da “La Provincia Pavese” del 26/05/2025 a testimonianza dell’impegno nostro e di tutti partner coinvolti nel Progetto “Ricor-dare”

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Era il maggio 2024 e a Pavia nasceva il primo Caffè Ricor-Dare sul modello del Caffè Alzheimer nato in Olanda, da un’idea dello psicoterapeuta Bère Miesen: spazi informali, accoglienti e sicuri, dove le persone con demenza e i loro familiari possono incontrarsi, socializzare e ricevere supporto. Era quasi un sogno, messo per la prima volta nero su bianco all’interno del progetto “Io care”-già avviato in alcune case di riposo del territorio – che si è trasformato in un’iniziativa di ampio respiro.
Un anno dopo, è tempo di bilancio e di prospettive future.

Ricor-dare, realizzato da Istituto Neurologico Mondino, Asp Pavia e Consorzio Domicare, finanziato dalla Fondazione Cariplo per il triennio che si concluderà nel luglio 2026. A distanza di un anno dalla sua messa è stata vissuta in maniera quasi sorprendente anche per gli stessi operatori, che hanno rilevato benefici tangibili, prima di tutto nell’incremento della partecipazione, anche solo come momento di evasione e distrazione dall’ansia.

Su questo insistiva ieri, in sede di iniziativa, Karin Keller (fondatrice del Caffè Ricor-Dare e vice-presidente del Consorzio Domicare) sottolineando che il progetto nasce con l’intento di aiutare i malati e i loro familiari in un percorso non facile, attraverso il rafforzamento delle relazioni familiari e la socializzazione.

Progetto che si ispira a un modello olandese

Il progetto si è sviluppato all’interno degli spazi dell’Aps Bargiggia e si è concretizzato con incontri settimanali che hanno coinvolto numerosi pazienti e familiari.

SQUADRA DI VOLONTARI

Accanto a Karin Keller ieri c’era la responsabile scientifica del progetto, Stefania Arnera per Pavia ed è rimarcato anche il coinvolgimento dell’Istituto Mondino e l’Atsmarea che si è respirato ieri all’Aps Bargiggia è di estrema serenità, dove gli aggettivi forniti dagli anziani sono stati quelli più semplici e forti: amore, sicurezza, famiglia, casa.

Un clima reso possibile da un gruppo affiatato di operatori e volontari che hanno messo al centro la relazione e il prendersi cura dell’altro. La responsabile scientifica ha sottolineato l’importanza dell’accoglienza, ascolto, condivisione, empatia e desiderio. Così come i due termini scelti dagli anziani stessi per raccontare la loro esperienza: emozione e insieme. «Il viaggio che si percorre con un malato di Alzheimer è un percorso sconosciuto – spiega Stefania, che guida anche il gruppo dei facilitatori del Caffè – ma sicuramente farlo in compagnia, non da soli, lo rende meno difficile e meno solitario».
«Quando la mamma non riconosce più tuo nome e il tuo viso, vieni travolto dalla sofferenza e dal senso di colpa – ha detto una figlia – qui ho capito che volevo solo il meglio per lei».

A dare sostegno all’iniziativa anche le istituzioni: erano presenti il direttore sanitario Daniele Bosone per il Mondino, il consigliere dell’Asp Marco Dell’Acqua, gli assessori Francesco Brendolise e Gip Alfonso, il presidente Anziani di Pavia Gianluca Maffoni.


SGUARDO AL FUTURO

Si deve guardare avanti e tutto propone l’intenzione di proseguire: l’obiettivo è mantenere il finanziamento fino al luglio 2026 e nei finali di finanziamento si cercherà un’ulteriore prospettiva. L’auspicio è che il progetto si consolidi come punto di riferimento per le persone malate e i familiari.

 

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